Nota introduttiva

Oltre ai dati di natura archivistica, nell’inventario si è ritenuto utile registrare anche i nomi dei vitigni presenti nei fascicoli comunali, allo scopo di valorizzarne il contenuto informativo e in vista di eventuali successive elaborazioni.

Le registrazioni dell’Inventario includono, dunque, le trascrizioni delle tre tipologie di varietà di vite eventualmente individuate nella scheda A, nella scheda B e nella mappa dei vitigni dei fascicoli: varietà a uva bianca, varietà a uva nera, produzioni tipiche.

L’archivista ha trascritto fedelmente i nomi delle varietà di vite con le varianti e le eventuali abbreviazioni rilevate nei documenti; essi sono riportate nella scheda che accompagna i fascicoli dei Comuni catastali e nei relativi filtri per la ricerca.

Tuttavia queste registrazioni riflettono lo stato delle conoscenze ampelografiche del tempo, le denominazioni e i sinonimi utilizzati all’epoca, oltre ad abbreviazioni convenzionali o vincolate dallo spazio disponibile nelle schede di rilevamento, e non sempre corrispondono alle denominazioni attuali. Anche l’attribuzione della caratteristica di “tipicità” di un vitigno per una data località riflette lo stato della viticoltura in quel preciso momento storico.

Di tutti questi elementi si è tenuto conto nella costruzione dell’indice delle varietà di vite presentato in questa sezione del sito, per la cui compilazione è stato necessario effettuare un analitico lavoro di revisione e standardizzazione delle denominazioni, alla luce delle attuali conoscenze ampelografiche e genetiche.
Per individuare il nome ufficiale delle varietà, come repertori di riferimento sono stati utilizzati il Registro nazionale delle varietà di vite del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali (link) e il database internazionale VIVC* (link); alle denominazioni scelte sono state ricondotte tutte le varianti registrate nella Carta viticola.

In alcuni casi, il lavoro di identificazione dei vitigni è tuttora in corso e verrà perfezionato nei prossimi mesi. Per facilitare la consultazione nell’indice sono stati inseriti nell’indice rinvii dalle varianti scartate.

Per ciascun vitigno, elencato con il nome ufficiale, le schede comprendono le seguenti informazioni:

  • nomi varianti o sinonimi rilevati nella Carta viticola
  • link alla scheda del Registro nazionale delle varietà di vite
  • link alla scheda del catalogo VIVC
  • link al Registri riassuntivo della Carta viticola dove eventualmente il vitigno sia stato registrato
  • note relative all’eventuale attribuzione della qualifica di “produzione tipica” per specifica zona di produzione e note esplicative sulla scelta del nome ufficiale.

Avvertenza

Tra le varietà a uva nera nella Carta viticola sono indicate e censite genericamente “altre uve” e alcune varietà oggi non riconducibili a nessun vitigno moderno; tra queste il Barco, il Lambruscone, il Lambruscone modenese che non si trovano tra i nomi unici del Registro nazionale delle varietà di vite. Sono anche presenti indicazioni quali “varie”, o “miste” o “uve diverse”. La tipologia “Altri vitigni” è elencata anche tra le produzioni tipiche, Lambruscone moden. compare nel Registro Produzione vitigni stranieri.

*VIVC è il più importante database online sulle risorse genetiche della vite. E’ curato dal Julius Kühn-Institut (Geilweilerhof, Germania) e si avvale della collaborazione volontaria di numerosi partner internazionali tra il quali FEM. Con l’obiettivo di documentare le accessioni viticole presenti nelle collezioni ampelografiche di tutto il mondo, il VIVC è una raccolta in continuo aggiornamento che funge da riferimento per il riconoscimento varietale, facilita lo scambio di materiali e fornisce informazioni a breeders, ricercatori e viticoltori.

Nella sezione Holding institutions (institute codes) ITA362 corrisponde alla Collezione vitigni della Fondazione Mach.

uve nereVarietà di vite a uva nera

Seleziona un vitigno per leggere la scheda informativa

Fotografia in apertura della pagina: Castel Beseno dai vigneti – Fototeca Trentino Sviluppo S.p.A. – foto di Andrea Razzoli